Canzòn al fogolàro

CANZO’N     AL FOGOLA’RO

 

Dal libro di Pietro Duranti “ I PIASTRON”

 

Dai racconti di Bombarda, guardiano dei greggi dei Donpietri a Campo Cecina……(1875)

 

Il Caprone dagli occhi di fuoco

 

E così Bombarda rimase ospite, per quella sera, della famiglia dei Donpietri, e dopo cena, vicino al fuoco dell’essicatoio-focolare- “canìcio”, tenne sempre il pallino della conversazione, attirando l’attenzione delle donne e dei bambini, raccontando fatti, diceva lui, accaduti proprio a lui, anche se erano fuori della realtà.

<<Ora vi racconto di quella volta in cui se non sono morto è perché il diavolo non mi ha voluto. Era una notte nera come la pece ed io, trovati degli amici nell’osteria di Castelpoggio, avevo mangiato e bevuto – più bevuto che mangiato- e le ore erano passate rapidamente. Venne il momento di separarci e i miei amici mi dissero: “Fermati da noi: dove vuoi andare con questo buio e su per i monti? Dà retta: fermati e aspetta l’alba!” “No”, risposi secco, e mi allontanai nella notte. Superato il paese, mi inerpicai per un viottolo che porta verso Campo Cecina. Cammina e cammina, avevo già fatto un buon tratto di strada quando ad una curva, trac… bloccato….fulminato….: davanti a me, proprio al centro della curva, due occhi fiammeggianti, bocca spalancata, denti bianchissimi e due corna enormi sulla testa di un enorme caprone. “Dio mio!” gridai, anche se vado poco in chiesa. Niente. E quel bestione sempre lì….anzi, scuoteva la testa come volesse dire: “ Di qui non si passa…” Immaginate la mia paura, anzi il mio terrore. Vi ho detto che avevo bevuto forse qualche bicchiere di troppo ma in quel momento l’effetto euforico del vino non era proprio con me e l’istinto mi spinse a fuggire, a tornare indietro! Nulla! I miei piedi erano come sigillati al terreno e non potevo nemmeno voltarmi: bloccato, con gli occhi sbarrati e quell’enorme bestione dagli occhi di fuoco e dalle enormi corna là davanti, immobile. Non proprio immobile: raschiava il terreno con le zampe anteriori e dondolava minaccioso la testa. Se non sono morto è perché non mi ha voluto il diavolo : ero pronto al sacrificio. Intanto, bagnavo il terreno, le scarpe ….qulcos’altro! Furono momenti eterni. Mi passai una mano sulla fronte: era tutta bagnata e finalmente mi venne un’idea e dissi, non con le parole, perché avevo perduto la voce, ma con la mente che stava andandosene: “Dio mio, aiutami!”. In quello stesso momento il bestione fu avvolto da un’enorme fiammata, tra il rosso il turchino e il bianco, che durò un solo istante e sparì. Io mi ritrovai per terra, tutto bagnato di sudore, e tremavo come una foglia, forse per il terrore o non so per quale altro motivo: so solo che ero bagnato fradicio e che tremavo intensamente. Quando Dio volle mi alzai e mi accorsi di trovarmi nella fossa dell’uomo morto, il che aumentò, se ve ne fosse stato il bisogno, la mia paura, il mio terrore>>.          <<Scusate Bombarda non può essere stato l’effetto del vino?>>                                                         <<No perché io stesso me lo chiedevo quando guardavo terrorizzato quel bestione e mi dicevo: “ E’ uno scherzo del vino” e nello stesso tempo mi rispondevo : “ No, non può essere uno scherzo: eccolo là il mostro con le corna enormi e gli occhi di fuoco!” No, non è stato un brutto scherzo giocatomi dalla mente alterata dal vino. Ora son qui con voi: ebbene, se chiudo gli occhi e penso un momento io lo rivedo nella sua enorme bestialità e mi fa paura. Guardate le mie braccia: mi è venuta la pelle di gallina, controllate!>> Quelli che si trovavano vicina a Bombarda confermarono e dissero che loro stessi avevano sentito come un vento freddo che li accarezzava. Le donne avevano smesso di fare la calza, di filare e si erano accostate le une alle altre, col fiato sospeso. << E poi Bombarda –chiese un ragazzo - cosa avvenne?>>   <<Nulla! La mattina i miei mi trovarono rannicchiato in un piccolo fosso nel bosco. Dovettero starmi dietro diversi giorni per farmi ritrovare il senno>>.     << Queste, Bombarda, per me sono baggianate belle e buone >> disse un giovanetto che voleva fare dello spirito. <<Nessuno ti prega di crederci, caro ragazzo. Sappi che io non son venuto qui per raccontare baggianate ma di cose successe a me>>. Si levò un coro in favore di Bombarda, tacciando di stoltezza e di ignoranza il ragazzotto che aveva manifestato una opinione contraria al racconto di Bombarda. I ragazzi e i bambini si fecero intorno a Bombarda, pregandolo di raccontare altri fatti accadutigli. (continua)