LE ROGAZIONI A CECINA

 

 Che cosa sono le Rogazioni

 

Le Rogazioni traggono origine da antiche processioni pagane,(Ovidio 43 a.c. - 17 d.c ne descrisse una), che si svolgevano nelle campagne per invocare un buon raccolto. Alla fine del VI secolo, con il papato di san Gregorio Magno, la Chiesa cristianizzò definitivamente queste processioni. Papa Gregorio, nel suo "Sacramentario", definì questo rito "Litania maggiore" (Litania quae maior appellatur) che corrisponde alle Rogazioni del 25 aprile. Esistono anche le Rogazioni dell'ascensione (maggio), cioè le cosiddette “Litanie Minori” che vengono celebrate durante i tre giorni precedenti l'Ascensione e che videro la luce in Francia, precisamente a Vienne, nel Delfinato. Concepite anch'esse come processioni penitenziali, vennero istituite dal vescovo Mamerto nel 470,

a seguito di un rovinoso terremoto e di congiunte diverse calamità naturali. Lungo il loro percorso , alcune comunità delle vicine borgate si aggregavano ad esse, accompagnandole con la preghiera e in spirito di pentimento. Queste processioni, molto care al popolo, erano seguite da un buon numero di fedeli, anche se, abbastanza spesso, il loro carattere fu più ispirato al folclore che alla pietà. Sappiamo poi che nel 511 il Sinodo di Orléans prescrisse questi tre giorni di processione in tutto l’impero franco. Da quel momento l'uso si diffuse dovunque. A Roma, tuttavia, esse furono introdotte soltanto all'inizio del IX secolo, sotto il pontificato di Leone III (795-818). Oggi queste cerimonie liturgiche non sono obbligatorie ed è lasciato alle singole zone cristiane di studiare l’opportunità e i modi della loro applicazione.

 

Le Rogazioni (dal latino "rogare": domandare, richiedere, pregare) sono, nella liturgia cristiana, invocazioni fatte in processione per richiedere:

 

  1. Un buon raccolto dai campi.

  2. Protezione dalle calamità naturali e dalla guerra.

 

A Cecina le rogazini si svolgevano tra aprile e maggio. Il programma: periodo, percorso ed orario, veniva predisposto dal parroco insieme ai parrocchiani, i quali avevano necessità di non perdere la giornata lavorativa e nello stesso tempo forte desiderio di partecipare alla rogazione. La partenza era sempre molto presto (abonòra) con partenza dalla chiesa con uomini incapati (vestiti con -capa- tunica bianca e mantella rossa) ed il portatore con la croce in prima fila, dietro il sacerdote ed a seguire i fedeli recitanti le preghiere, seguendo il percorso stabilito. Ad ogni maestà o luogo prescelto il sacerdote alzava la croce,

in un gesto di segno di croce rivolgendosi ai quattro punti cardinali, per chiedere aiuto e pace per la comunità, invocando: " Ut pacem nobis dones", in risposta: " Te rogamus audi nos".

 

Io ricordo la mia ultima partecipazione ad una rogazione a Cecina( 1958/59,  parroco Don Giuseppe Cipollini) con partenza dalla chiesa di S. Giovanni Evangelista a Cecina alle ore 5,30 del mattino, con percorso .

 

Percorsi

 

Percorso 1° - chiesa, maestà, acqualina, ugliela, solchiara, c'sina di Bardine, Puntuec'io; quindi ritorno fino a Bardine passando dal mulin, procedendo per l'arstenoa e su dai bociarei (o dai pogi ?) fino a ritornare alla chiesa.

 

Percorso 2° - chiesa, maestà, bociarei, borgo del canalòn, a l' acqua (mulin d' pusterla), Bardn, acqualina, maestà  e ritorno alla chiesa...

 

Percorso 3° - chiesa, maestà, sena, bochiola, cpeta e ritorno.

 

Percorso 4° - chiesa, maestà, cà d' noleto, figa bianca, casalina, la barca, gorceto, canalon, la bancola, castagno, maestà, chiesa.

 

Percorso 5° - chiesa, maestà, bàncola, ginstraro, gorceto, barca, crvastri, furmiana, rusulina, pogiòn e ritorno.....

 

A distanze prestabilite, o richieste, la processione si fermava, ed il sacerdote imbracciata la croce di legno  si volgeva ai 4 punti cardinali con un gesto di segno di croce, continuando con le suppliche (litanie) seguite dalle risposte sempre uguali dei partecipanti:

"libera nos domine"-"Te rogamus audi nos ".

 

testo integrale delle litanie rogazionali

 

A damnatione perpetua, Libera nos domine.
A subitanea et improvvisa morte, Libera nos domine.
Ab imminentibus peccatorum nostrorum periculis, Libera nos domine.
Ab infestationibus daemonum, Libera nos domine.
Ab omni immunditia mentis et corporis, Libera nos domine.
Ab ira, et odio, et omni mala voluntate, Libera nos domine.
Ab immundis cogitationibus, Libera nos domine.
A coecitate cordis, Libera nos domine.
A fulgure, et tempestate, Libera nos domine.

A peste, fame, et bello, Libera nos domine.
A flagello terrae motus, Libera nos domine.
A omni malo, Libera nos domine.
Per mysterium sanctae incarnationis tuae, Libera nos domine.
Per passionem et crucem tuam, Libera nos domine.
Per gloriosam resurrectionem tuam, Libera nos domine.
Per admirabilem ascentionem tuam, Libera nos domine.
Per gratiam sancti Spiritus Paracliti, Libera nos domine.

In die judicii, Libera nos domine.
Peccatores, Te rogamus audi nos.
Ut pacem nobis dones, te rogamus audi nos.
Ut misericordia et pietas tua nos custodiat, te rogamus audi nos.
Ut Ecclesiam tuam sanctam redigiri, et conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut domnum Apostolicum, et omnes gradus Ecclesiae in sancta religione conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut Episcopos et Praelatos nostros, et cunctas congregationes illis commissas in tuo sancto servitio conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut inimicos sanctae Ecclesiae humiliare digneris, te rogamus audi nos.
Ut regibus et principibus nostris pacem et veram concordiam, atque victoriam donare digneris, te rogamus audi nos.
Ut cunctum populum christianum pretioso tuo sanguine redemptum conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut omnibus benefactoribus nostris sempiterna bona retribuas, te rogamus audi nos.
Ut animas nostras, et parentum nostrorum ab aeterna damnatione eripias, te rogamus audi nos.
Ut fructus terrae dare, et conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut oculos misericordiae tuae super nos reducere digneris, te rogamus audi nos.

Ut obsequium servitutis nostrae , te rogamus audi nos.
Ut pacem nobis dones, te rogamus audi nos.
Ut loca nostra et omnes abitantes in eis visitare et consolari digneris, te rogamus audi nos.
Ut civitatem istam, et omnem populum ejus protegere, et conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut omnes fideles navigantes et itinerantes ad portum salutis perducere digneris, te rogamus audi nos.
Ut regolarisbus disciplinis nos instruere digneris, te rogamus audi nos.
Ut omnibus fidélibus defunctis requiem aeternam dones, te rogamus audi nos.
Ut nos exaudií dignéris, te rogamus audi nos.
Fili Dei te rogamus audi nos. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi. Parce nobis, Domine.

 

Fino ad un mezzo secolo fa nella settimana precedente l'Ascensione in tutti i paesi d'Italia si celebrava il rito delle Rogazioni.

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di Andreino Fabiani (dal Corriere Apuano)

Chi dei più anzian non ricorda le cantilenanti implorazioni che accompagnavano il cammino verso le maestà? " A fulgure tempestate...a peste, fame et bello", diceva ad alta voce il prete, in un comprensibile latino, e la gente rispondeva: "Libera nos, Domine".

Erano le rogazioni, che si svolgevano in primavera, di buon mattino, per benedire i campi e chiedere protezione sui raccolti: la processione partiva dalla chiesa, per raggiungere le "maestà", collocate nelle strade del paese, "affisse ai muri delle case o anche poste in cappelle e tabernacoli campestri" lungo i sentieri.

Erano ancora i tempi, non molto lontani, poi, della civiltà contadina, quando "la fede era bella senza li dubbi e senza li perchè", come scriveva il poeta Trilussa.

Ora questa forma di preghiera è scomparsa; forse l'unica parrocchia a conservare la tradizione è quella di Monzone, dove, ogni anno, in tre luoghi diversi, don Guido Ceci alza la croce rivolgendosi ai quattro punti cardinali, per chiedere aiuto e pace per il paese : " Ut pacem nobis dones", " Te rogamus, audi nos".