Articoli di interesse territoriale

 

Il Corrriere Apuano

 

Andreino Fabiani

 

Musei ed ecomusei: il libro, la religione, il lavoro, la natura.

Per Fivizzano,(ed il suo territorio) un tesoro da valorizzare e a cui "voler bene".

 

Fivizzano, per riscoprire l'anima della sua storia e per ricordare ed onorare le persone e i personaggi che l'hanno caratterizzata e nobilitata, ha dedicato a questi capisaldi della civiltà di ogni epoca, 4 musei : della Stampa, dell'Arte Sacra di S. Giovanni (collocati nel capoluogo), del Lavoro in Monzone, il Museo e il Parco delle Grotte ( in Equi Terme).

Merito certo di quelle amministrazioni che hanno individuato nella "cultura" e nell'ambiente i punti di forza di un possibile sviluppo,e, in particolare, di chi vi ha dato le gambe, realizzandoli ( i fratelli Loris Jacopo ed Eugenio Bononi per il Museo della Stampa e Fabio Baroni per gli altri).

Il compito, non facile, ma stimolante, di chi ora amministra è quello di far conoscere questo grande patrimonio culturale, per renderlo il più possibile redditizio, oltre che appetibile, cercando di coniugare le scarse risirse disponibili con la sua valorizzazione.

Innanzi tutto si dovrà portare la stessa comunità fivizzanese a "conversare" con i suoi musei, affinchè si rivolga ad essi non per rifugiarsi nel passato, ma per trovarvi le ragioni per investire sul futuro. Il passato, insomma, soprattutto per i giovani, fvizzanesi e non, "dovrebbe" riacquistare quel ruolo propulsivo che sembra aver perso, partendo da un presupposto indispensabile : voler bene al proprio patrimonio culturale. In caso contrario non si potrà andare da nessuna parte. Congiuntamente occorrerà mettere in campo iniziative di grande richiamo per qualità e valore, anche dal punto di vista didattico. Attualmente le visite e le guide sono coordinate da cooperative di riconosciuta professionalità : Lunidonna e alterco, e l'ufficio cultura è affidato alla competenza e alla passione di Francesco Leonardi e dei suoi collaboratori, Barbara Trivelli e Giuliano Domenichelli, che credono fermamente che Fivizzano non vuol chiudere con lo sviluppo in questo settore. Anche perchè l'offerta culturale di Fivizzano ha una rara particolarità, che si aggiunge a quella dei musei: la loro collocazione è in edifici significativi dal punto di vista architettonico e storico: palazzo Fantoni-Bononi, la ricostruita chiesa di San Giovanni, un antico mulino(Equi) antistante le grotte, una stazione ferroviaria (Monzone)  ristrutturata, ( quanti pendolari avrà visto salire e scendere sul "ciù ciù). E, poi, l'ambiente circostante, con i 9 itinerari dell'Ecomuseo della Montagna Lunigianese, altrettanti veri musei tematici a cielo aperto: l'acqua, la preistoria, l'arte medievale, il castagno, la pietra, l'archeologia industriale, il paesaggio agrario, le stragi naziste, Fivizzano Città Nobile. Tutti con riferimenti precisi sul territorio e visibili: le acque solforose, le acque nera e salata, le cave di quarzite, il mulino ad acqua, l'arenaria, i resti dell'orso speleo, il castagneto, le pievi, la tomba di Labindo. Per non parlare dei castelli, del grande centro Info di Rometta (opera dello scultore Cascella), dell'orto botanico di Frignoli, del geolab di Equi ( in fase di ultimazione), delle pievi, del centro di didattica ambientale di Vinca, dei due Parchi: Apuane ed Appennino Tosco- emiliano, del treno come mezzo di trasporto da ritrovare e...molto altro.

C'è chi, opportunamente, afferma che, se Fivizzano è nella storia del libro, per merito di Jacopo, a maggior ragione merita di essere considerato ed utilizzato come un grande libro di storia, perchè il suo territorio consente di leggere i segni dell'uomo di tutte le epoche. Si può ben dire che Fivizzano vale la pena di un "viaggio", per riprendere la metafora della rete mussale della provincia.

  

 Il Corriere Apuano

 

L'Unione Europea riconosce la Dop

alla farina di castagne della Lunigiana.

 

Dopo un iter lungo cinque anni è ufficiale: la Comunità Europea "riconosce" la Dop della farina di castagne della Lunigiana.

Pubblicato l'11 aprile sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il regolamento recante il riconoscimento nel registro comunitario della " Farina di castagne della Lunigiana " come denominazione di Origine Protetta. Una notizia attesa dal Comitato Promotore Farina di Castagno Dop della Lunigiana, di cui fanno parte una quindicina di castanicoltori, tra cooperative ed aziende e tre mulini, che si è battuto per ottenere l'ambita Dop, e che grazie proprio al percorso verso la denominazione è riuscito a triplicare, nel corso degli anni, la produzione complessiva passando da 50 a 150 quintali.

La Dop "Farina di castagne della Lunigiana" è attribuita alla farina dolce ottenuta mediante la lavorazione di castagne prodotte da castagni della specie Castanea sativa(Mill.) delle varietà di cui si riconosce storica presenza sul territorio interessato. Almeno il 70%delle varietà di castagno che concorrono alla produzione della "Farina di Castagne della Lunigiana" deve derivare dalle varietà : Bresciana, Carpanese e Rossola. La farina si caratterizza per uno spiccato sapore dolce, che la distingue nettamente da prodotti simili presenti sul mercato e che le deriva principalmente dal castagno coltivato e dalle caratteristiche pedoclimatiche dell'areale di produzione, nonchè dall'attività dell'uomo che nei secoli ha mantenuto la produzione della farina.

La zona di produzione ricade in provincia nell'intero territorio amministrativo dei comuni della Lunigiana.

  Inaugurazioe ad Equi del centro

informazione Parco Apuane A Rometta

 

Il 1° giugno 2011, alla presenza delle autorità comunali e del Parco delle Apuane, è stato inaugurato ad Equi Terme il Centro di informazione sorto dal recupero e dall'ampliamento dell'edificio che un tempo ospitava le scuole elementari. Da Luglio, pare, sarà funzionante anche il geolab, cui sono collegate molte attese di richiamo turistico.

La cerimonia si è svolta alle 11 con la benedizione dei locali da parte di don Guido Ceci...

 

  A Rometta inaugurazione

della Piazza dei parchi

 

Il 5 giugno 2011, alle 10,30 è stata inaugurata a Rometta la Piazza dei Parchi, opera del maestro Pietro Cascella. Ha partecipato l'assesore regionale all'ambiente Rita Bramerini. Per l'occasione arriverà dalle Cinque Terre un treno speciale a vapore.

Il tema dell'opera è l'incontro di tre Parchi: Apuane, Appennino Tosco emiliano, Cinque Terre.

Inoltre verrà attivato anche il centro Info, ricavato nel magazzino delle delle ferrovie.

 

Aperta a Vigneta di Casola

la "Bottega Contadina"

 

Sabato pomeriggio 21 maggio 2011 una piccola folla assiepava la piazzetta di Vigneta davanti al bar Montalti. Sui volti dei Vignetini presenti un sorriso di soddisfazione e di aspettativa per un'attesa durata anni : avere una bottega nella frazione per poter fare la spesa.

Qui si va oltre. Lobiettivo dei gestori è diventare la bottega dei produttori contadini per la promozione dei prodotti nostrali, che sono i testimoni della vita e delle tradizioni locali.

Alla presenza delle autorità e dei cittadini, il Presidente della Coldiretti Provinciale ha augurato successo ed appoggio.

L'obiettivo è di creare una bottega contadina per il ritorno alla terra al fine di portare a casa con la spesa prodotti sicuri, genuini e buoni, per rilanciare e sostenere i giovani nell'intraprendere attività di produzione agricole locali. (c.l.)

  A Fivizzano una tradizione di stampatori

La difesa del libro, un atto d'amore per la parola scritta

 

Secondo un consolidato luogo comune oggi si dice che è in atto la crisid del libro.

Tutti sanno cos'è un libro: un certo numero di fogli di carta stampata, rilegati insieme a uno dei margini, con una copertina che reca il titolo e il nome dell'autore. La parola libro viene dal latino "liber", che un tempo indicava soltanto la parte interna, umida di linfa, della corteccia degli alberi.

I libri antichi, anzichè di carta, erano di argilla, di legno cerato, di papiro, di seta di pelle. Pelle di agnello o di pecora, da cui il nome cartapecora, che equivale all'altro, pergamena, che si usò per lunghi secoli, prima che i cinesi, fra le altre cose, inventassero la carta e ce ne insegnassero l'uso.

Gli inchiostri si facevano con mallo di noce e con arsenico.Prima che si inventasse la stampa, ogni libro, codice o rotolo veniva scritto a mano. Questo era il lavoro degli amanuensi, incaricati appunto di copiare, una parola dopo l'altra, tutto il libro. Lavoro lungo, paziente, faticoso, spesso inesatto.

La stampa fu inventata da un tale Gutemberg verso la metà del 1400. I Fivizzanesi possono orgogliosamente raccontare che all'incirca in quegli anni un concittadino, Jacopo, arrivò allo stesso risultato proprio a Fivizzano. Le varie lettere furono intagliate, a rilievo, su certi cubetti di legno o di metallo, che, messi l'uno accanto all'altro, formavano parole, frasi, interi periodi, anche i più complessi.

Composta una pagina, di legno o di piombo, la si imbrattava di inchiostro e vi si premeva un foglio di carta. Restava l'impronta, la pagina era stampata e se ne poteva fare un'altra, poi un'altra ancora, all'infinito. Non solo, ma una volta compiuto il libro, i cubetti di legno o di ferro si potevano utilizzare per un'altro libro. I libri stampati nel cinquantennio che va dall'invenzione della stampa fino al termine del XV secolo si chiamano incunaboli e sono, naturalmente, preziosissimi.

A Fivizzano ne sono conservati alcuni e tutta l'affascinante storia della nascita del libro è narrata

al Museo della Stampa, uno dei pochissimi esempi in Italia, inserito nel Palazzo Fantoni Bononi, dimora del poeta e genio Giovanni Fantoni in Arcadia Labindo.

Con l'invenzione della stampa, con l'uso della carta come materia su cui scrivere, con il successivo enorme progresso dell'arte e dell' industria grafica, è cominciata e si è andata aggravando la crisi del libro. Infatti se al tempo degli amanuensi la scrittura di un libro dipendeva direttamente dalla richiesta dei lettori, più tardi, crescendo enormemente la tiratura, grazie alla stampa meccanica, è diventato più difficile trovare un numero di lettori pari al numero crescente delle copie stampate.

Nell'antichità era il lettore che cercava il libro, mentre oggi il rapporto si è invertito: il libro cerca il lettore. Ogni anno in Italia migliaia di persone danno alle stampe le loro opere e se si tiene presente che un solo libro viene stampato su cento che arrivano manoscritti sul tavolo di un editore, ne risulterà che abbiamo in Italia un numero altissimo di scrittori, fra editi ed inediti.

Un tentativo estremo per salvaguardare la tradizione del libro potrebbe essere quello riassunto nella parabola visionaria di fantascienza di Fahrenheit 451, scritta negli anni cinquanta dall'americano

Ray Brandbury, il quale temeva che gli uomini sprovveduti della società avrebbero dimenticato il libro, distruggendone l'esistenza. Egli, per salvare la cultura e la memoria, li trasforma in uomini-libro, custodi e veicoli del sapere, capaci di imparare a memoria i testi per tramandarli.

O forse più semplicemente va ricordato come a Fivizzano, uomini scappati a Venezia ad imparare,

tornarono per stampare con caratteri mobili, tra il profumo di polvere, di carta e di inchiostro, libri classici greci e latini e testi filosofici e giuridici. Jacopo da Fivizzano stampò qui nel 1471 "! Per amore del libro, per amore della parola!".

Questo amore per la lettura si respira a Fivizzano anche oggi, in piena era digitale, tra i luoghi più nascosti ed intatti dell'Italia cosìdetta minore.Questo amore non è solo un inno alle radici, al passato, alla storia, ma davvero un'appassionante battaglia per salvare, valorizzare, concretizzare la virtù del libro, reale, fisico, infinito.

Di Francesco Leonardi da : Il Corriere Apuano.