Cecina nella :

" Storia della Lunigiana feudale "

 

Eugenio Branchi 

                                                 STORIA DELLA LUNIGIANA FEUDALE  1897                                               

- Vol. 3 -

     Libro quarto- Di Fosdinovo

 

   Dove si menziona ...Cecina... 

 

  • Del feudo di Fosdinovo- pag. 525

 

....Gli eredi in parte di Spinetta Malaspina e successori suoi universali nel feudo di cui si tratta

(Fosdinovo) ed annessi di Lunigiana, Gabriele, Galeotto e Guglielmo, fino a che stette in vita

il primo non si divisero, ed ebbero in comune imperiale investitura da Carlo IV (imperatore)

nel dì 11 febbraio 1355 ; ma mancato questo, i due superstiti fratelli si divisero essendo stato

assegnato a Galeotto: Fosdinovo, Tendola, Zuccano, Marciaso, Cecina, Cortila, Bardona, Colla,

Tenerano, e Viano; ed a Guglielmo: Gragnola, Isolano, Monzone, Vinca, Aiola, Equi, Capriana,

Prato-Alebbio, Lorenzano, Massa e Montignoso, le possessioni di Castelnuovo e Valecchia e

quelle di S.Terenzo e Gorasco, e le ragioni che la famiglia teneva nella Corte di Monte De' Bianchi

nel Filettina, oggi Migliarina.

Questa assegnazione si raccoglie da un atto del dì 30 Luglio 1371 , operato dalla tutrice dei figlioli del Marchese Galeotto, relativo alla assoluzione della scomunica, nella quale ella, i suoi

pupilli e i suoi popoli, erano incorsi per occasione del Vescovo di Luni.........

 

  • Del feudo di Fosdinovo-  pag. 534

     

....Fino a qual anno durasse la tutela e cura della Marchesa Argentina (moglie di Galeotto),

a riguardo dei suoi figlioli, non si conosce; sembra però che cessasse prima del 1375,

perseverando poi essa nel 1371, nel quale anno questa Signora cercò per se e per i suoi

rappresentati e lor popoli essere assolta da una scomunica, nella quale con altri condinasti

a causa del Vescovo di Luni era incorsa. Non so se per la restituzione del denaro che suo marito

e il cognato avevano prestato alla curia e Canonici di Sarzana nel 63 o per altre ragioni, ella e i

pupilli suoi, non che altri condinasti e consanguinei di Lunigiana, avevano avuto discordie e

guerra fino dalla sua nomina col Vescovo Bernabò, sicchè dall'Arcivescovo di Genova, siccome

deputato Apostolico e Conservatore della Chiesa Lunense, erano eglino ed i loro vassalli e terre

stati scomunicati : gravando questo spirituale interdetto grandemente la coscienza della vecchia

Marchesa, si die' ogni cura perchè col Prelato fosse fatta la pace, la quale in fatti tra lui ed i

suoi nemici fu stipulata e conclusa nel dì 25 di giugno dell'anno 1371 per rogiti dei Notari

Federico di Rocca Ceva diocesi di Albenga e Lodovico fu Armanno di Pontremoli : ottenuta

questa pace, fu sollecita Argentina, per se, suoi pupilli e vassalli, domandare al Pontefice

l'assoluzione dalla incorsa censura, al cui oggetto nel 30 del successivo mese di luglio ,

quantunque non vi consentissero li altri consorti suoi, fece speciale mandato al Canonico

Albiaganense Federico di Rocca , recognito in Castelnuovo dal Notaro Bonifazio del fu Guglielmo

di Fosdinovo, e l'effetto desiderato ne conseguì. Nell'atto di procura indicato, tra i vassalli e

terre ad Argentina subjetti si nominarono, Fosdinovo, Tendola, Zuccano, Marciaso, Cecina ,

Cortiola, e Viano colla sua corte..........

 

  •  Del feudo di Fosdinovo-  pag. 538

 

....La morte probabilmente del fratello Gabriele, che verificossi siccome fu detto nel ricordato

anno 1390, lo richiamò al governo delle proprie cose; sicchè nel 1393 li 7 di febbrajo in Pavia fece divisione dei beni aviti col superstite fratello Leonardo, essendo stato assegnato a lui (Spinetta) Fosdinovo, Zuccano, Pompilio, Tendola, Cella, Marciaso, Villa di Bardine inferiore,e Cecina,

e tutti i possessi e diritti di Castelnuovo di Vallecchia, di S. Terenzo e di Gorasco distretto di Bibola; e a Leonardo Castel dell'Aquila, Viano, Tenerano, Isolano, Monzone, Vinca,Equi, Ajola, Monte de' Bianchi, Ugliano, Montefiore, Argigliano, Codiponte di Cassano, Gragnola, Cortile, Prato- Alebbio, Sercognano, Colognole, i beni e possessi di Folasino o Migliarina, distretto di Genova, diocesi Lunense, e i beni posti nel territorio di Massa e Montignoso.............

 

                                               Volume 3 - Libro quinto

 

                    - di Gragnola o Castel dell'Aquila e di Massa e Carrara

 

  • Del feudo di Gragnola o Castel dell' Aquila -pag. 668

 

Quando il territorio di qesto feudo fu avulso nel 1393 dal perimetro di Fosddinovo, contava

di tre principali luoghi, Gragnola che era il borgo presso il quale torreggiante sopra un'erta

pendice sorgeva il Castel dell'Aquila, di Cortile e di Viano, colle castella e villaggi annessi

appellati Lorana, Cassano o Gassano, Gallogna, Colognola, Monte de' Bianchi, Vezzanello,

Pian di Molino, Corsano, Tenerano,( non è menzionato Cecina, rimasta con Fosdinovo?),

Isolano, Monzone,Vinca, Equi, Ajola, Ugliano, Montefiore, Argigliano, Codiponte di Cassano,

e Sercognano.

La circonferenza sua non eccedeva le venti  miglia toscane, ed aveva intorno a se a levante

il territorio lucchese, a tramontana il torrente Tassonara e il fiume Aulella, e a mezzogiorno

il torrente Bardine, dal qual lato per uno stretto di mezzo miglio all'incirca confinava colla

giurisdizione di Fosdinovo, di cui aveva formato parte.

Il Castello dell' Aquila, da cui poi tutto il feudo talvolta s'intitolò, prese il nomignolo dalla sua

ripida e scoscesa situazione, ed esso e il suo villaggio di Gragnola, giacenti alla confluenza

di due corsi d'aqua, erano e sono bagnati a oriente dal torrente Lucido di Vinca ed a

settentrione dal fiume Aulella ; per lo che, fortissimo il primo negli andati tempi essendo

reputato, anche nelle divisioni che i suoi condinasti di questo povero territorio operarono,

veruno del possedimento di esso si volle spogliare, e comune rimase.

Quando e da chi questa fortezza venisse eretta s'ignora, essendosi il suo nome cominciato a

conoscere solamente dopo la metà del secolo XIV. Forse la edificarono antichi Cattanei locali,

che in seguito, siccome quelli di Fosdinovo, doveron cederne il dominio a Spinetta il Grande,

allorchè questo ricco e potente signore di una buona parte della Lunigiana orientale divenne

padrone. In fatti, trovo che nel 1370 e 1374  esistevano tuttavia nel feudo famiglie dei Nobili

di Viano, una in Viano stesso, ed altra in Gassano, avendo la prima, composta di Antonio,

Caterina, e Giovina o Giovanna, del fu signor Guido, nel 19 di maggio venduto per sei fiorini

d'oro a certo Durante del fu Calando da Cecina stessa, con che detto Durante pagasse l'affitto

che già pagavano i venditori ai loro superiori, essendo la seconda, rappresentata da Ranunzio

del fu sig. Cecchino, stata legataria di cinquanta fiorini d'oro del Marchese Antonio del fu

Guglielmo Malaspina di Fosdinovo, conforme del testamento di questo Marchese del

giorno 7 febbraio apparisce. E che Viano fosse in antico considerato il capoluogo del feudo

di cui si tratta, lo dimostra l'investitura che l' Imperatore Carlo IV nel dì 11 febbraio 1355

conferì ai fratelli e figliuoli del Marchese Azzolino Malaspina, nella quale, fra più e diversi

castelli di loro spettanza in Lunigiana situati, questo appunto e non Cortile o Gragnola o

altro luogo, relativamente all'intiero periodo di Gragnola e Castel dell' Aquila,

si rammenta............