ANTICO "LAUDARIO DELLA PASSIONE"

DI CECINA IN LUNIGIANA

 

ELIO GENTILI

LE APUANE 1993

(Rivista di Cultura – Storia – Etnologia )

Sull'Antico " Laudario della Passione "

di Cecina in Lunigiana

 

Nell'Archivio di Stato di Massa è custodito un prezioso fascicolo dal titolo:<< Capitoli e ordinamenti della Compagnia della disciplina dell'Annunziata di Cecina >>, risalente al 1514.

Il manoscritto cartaceo (cm. 14,5 x 21 ) con coperta in pergamena di carte 50 numerate, contiene gli Statuti, le orazioni e il <<Laudario>> della locale confraternita detta dei " Disciplinati " o "Flagellanti ", un movimento laicale di carattere penitenziale sorto verso la metà del secolo XIII e diffusosi capillarmente in Lunigiana nel secolo XV.

Scarse sono le notizie sul piccolo oratorio dell'"Annunziata", e ben poco si conosce della storia del borgo di Cecina, sebbene esso meriti di essere ricordato per alcuni importantissimi rinvenimenti archeologici risalenti al periodo Eneolitico e alla dominazione romana.

 

LE LAUDI SACRE

 

La "Lauda" è un componimento poetico di argomento religioso, di carattere popolare. Essa prende origine e si sviluppa parallelamente al Movimento dei "Disciplinati" attorno al 1260, sebbene già nei primi anni del secolo XIII si conoscano esempi di Laudi sacre, come il famoso Cantico delle creature o Laudes creaturarum di San Francesco d'Assisi.

Le Laudi che si cantavano negli oratori dei flagellanti, erano sì componimenti di carattere popolare, ma non per questo esse avevano scarso valore letterario, frutto d'improvvisazione. Anzi, spesso erano vibranti di sensibilità religiosa, rispondenti quindi a situazioni reali e sentimenti trasferiti ai protagonisti di quei racconti poetici che coinvolgevano gli ascoltatori fino a suscitare il pianto.

Ecco allora gli incitamenti alla conversione, alla pacificazione, alla "perdonanza" portando ad esempio episodi della vita di Cristo e della Vergine attinti molte volte dai Vangeli apocrifi e dalle leggende sacre.

Le Laudi rappresentavano per la comunità cristiana una catechesi forte, perfettamente rispondente alle aspettative degli ascoltatori, che faceva emergere l'umanità di Cristo rimarcandone le sofferenze atroci, e sottolineava il dolore della Vergine chiamata a concorrere alla salvezza dell'umanità attraverso lo strazio subito dalla morte del Figlio.

Man mano che si sviluppa l'azione dialogata della Laude, si allargava anche la cerchia dei personaggi coinvolti nel dramma sacro e di conseguenza prendeva maggior consistenza anche l'apparato scenografico che diventava sempre ingombrante tanto da non poter essere più contenuto negli oratori. Da questa evoluzione nasce negli anni il teatro religioso che raggiungerà forme più

complesse delle primitive sacre rappresentazioni del Venerdì Santo, pur conservando la sua funzione educativa di istruzione e di ammaestramento religioso.

Troviamo già nel secolo XVI drammatizzazioni della Passione di Cristo ricchissime di personaggi

in costume accompagnati da musiche e canti, scene che potevano dar luogo a volte a qualche eccesso. A Roma, ad esempio, nel corso della grande drammatizzazione della Passione che si teneva al Colosseo la sera del Venerdì Santo, gli attori e gli stessi spettatori, al culmine delle scene più

suggestive e commoventi, si flagellavano con le discipline munite di pezzetti di piombo appuntiti fino a far sgorgare il sangue dalle ferite che si procuravano.

Col passare del tempo le "Sacre rappresentazioni" si trasformavano nei cosi detti "Misteri"

(da " Ministerium" ossia , "Servizio liturgico"), che erano spettacoli più organizzati e completi con appositi libretti per i testi, con effetti scenici e costumi sontuosi, dialoghi a volte comici e buffoneschi al limite del sacro, dove il vero scopo della rappresentazione veniva spesso perso di vista.

L'obbligo per i fratelli Disciplinati di cantare in oratorio le "Laudi" in determinati giorni della settimana, dette notevole impulso alla proliferazione di quelle composizioni, che poi venivano rilegate in pregevoli "laudari"e conservate gelosamente.

Nei pomeriggi della domenica si svolgevano negli oratori le prove di canto affinchè tutti i confratelli potessero conoscere a memoria le lunghissime cantilene.

( G.M. Monti ne :le confraternite medievali......si legge: " L'officio dei Governatori della Laude sia d'assettare et di ordinare come si cantino ogni sera le Laude dinanzi alla immagine di Nostra Donna ....et in fare scola le domeniche per imparare et perchè tutti imparino a cantare la laude").

Nulla si conosce degli autori delle "laudi" (a parte pochi poeti famosi come quel Jacopone da Todi che ne compose oltre un centinaio tra cui lo Stabat Mater ), che in genere erano gli stessi anonimi

"Cantores" protesi a conquistare la vita eterna, piuttosto che la gloria effimera del mondo.

Le "Laudi" rappresentano dunque un documento di fede sincero dettato da una spiritualità purificata nell'umiltà, alla ricerca di un rinnovamento morale del tessuto sociale e dei costumi.

Questa forma artistica a carattere religioso raggiunge il suo massimo splendore nel XVI secolo per poi decadere lentamente dopo il Concilio di Trento.

Nella Diocesi di Luni-Sarzana, oltre al "Lauadario di Cecina " che in parte viene pubblicato, non ci sono pervenute finora altre composizioni, come del resto in gran parte della Liguria dove se ne conoscono pochi e frammentari esempi.

Questa grave lacuna può ascriversi solo in parte alle solite cause di deperimento di manoscritti, di

distruzione, alienazione e dispersione dovuta alla soppressione degli oratori, ma principalmente fu dovuta ai precisi ordini emanati nel corso delle Visite apostoliche tenute dai vescovi dopo il Concilio di Trento 1545-1563, che imponevano la consegna alle autorità religiose di tutti i libri di preghiera scritti in lingua volgare custoditi negli oratori dei Disciplinati, per essere bruciati e quindi sostituiti con altri de riformatiis uniformati dalla Chiesa per tutte le aggregazioni laicali.

Si sentiva effettivamente la necessità di depurare dai "Laudari" certe espressioni fortemente antisemite che potevano a volte innescare episodi di intolleranza razziale, specie in occasione dei riti della Settimana Santa. Inoltre in certe "Laudi" si recitavano scene della vita di Cristo e della Vergine attinte in gran parte dai Vangeli apocrifi o addirittura frutto della fantasia dei redattori.

Da questa epurazione che ha interessato quasi tutti gli oratori della Lunigiana si è salvato fortunatamente il "Laudario" di Cecina, o perchè l'oratorio dell'"Annunziata" non fu visitato negli anni 1568 e 1584, oppure perchè la copia a noi pervenuta era quella che il Priore pro-tempore conservava nella propria abitazione.

Il Laudario, così com'è ci è pervenuto, si compone di una prima parte suddivisa in 48 <<Capitoli>>

attraverso i quali si regolava la vita della confraternita: dall'elezione degli Ufficiali, all'accoglienza dei nuovi iscritti; dalla pratica della <<Verberatio>>, alle opere di Misericordia corporali, ecc.

Segue poi una lunga serie di suppliche e di orazioni solita a recitarsi durante l'<<Ufficio dei defunti>> la sera del venerdì, oppure la domenica mattina per il <<Piccolo Ufficio della Beata Vergine>>. Inizia quindi la Lauda della Passione (che di seguito pubblichiamo ).

Sono riportate anche altre <<Laudi>> più brevi che i confratelli recitavano in occasione delle festività pasquali e per La  Pentecoste.

A carte 27 ha inizio la seconda parte del <<Laudario>> contenente i 13 <<Capitoli>> riguardanti

le donne iscritte alla confraternita ( che nel 1514 risultavano essere 24 ), seguiti da alcune semplici regole di catechismo scritte in lingua volgare per essere più facilmente memorizzate dalle sorelle

in genere analfabete : dalle <<Sette opere de la misericordia spirituale>>(<<Con caritade correge

el pecatore / Avisa el prossimo de li soi errori>>), a quelli della misericordia corporale (<< In casa tua receve el peregrino / fa che il morto sia ben sepelito / ....quando tu poi cerca de adiutare>>).

I <<Dieci comandamenti de la lege divina >> sono poi scritti tenendo conto della condizione femminile, dove ad esempio si recita :<<E non desiderar l'altrui mariti>> al posto del <<Non desiderar la donna d'altri>>.(19)

Il <<Laudario>> di Cecina si chiude con un'altra serie di preghiere, con alcune <<Laudi>> in onore degli Apostoli e di tutti i Santi, ed uno struggente inno alla Vergine Maria>>.

 

 

" Laudario della Passione " di Cecina in Lunigiana

I Comandamenti (19)