Dalla Regione una spinta al rilancio dell’agricoltura   

(da “il Corriere Apuano”)

Il recupero dei terreni abbandonati offre un’opportunità di lavoro e di sviluppo.

La legge regionale 27 dicembre 2012 all’art. 5 prevede la costituzione di un ente Terre regionali toscane per l’utilizzazione dei terreni abbandonati o incolti attraverso il rilevamento fatto dal sistema informativo  Artea, agenzia regionale per l’erogazione in agricoltura. E’ un’iniziativa che va nella direzione di interessare alle opportunità che il nostro aspro ed erto territorio può dare all’agricoltura; un territorio che ha in abbondanza alcuni elementi essenziali per la coltivazione di frutta e verdura : l’acqua, il terreno, il sole, il clima alle cui avversità potrebbero dare una risposta le nuove tecnologie in ambito agricolo.

L’intervento va nella scia delle sollecitazioni dell’Europa, chiamate Feoga, che già una ventina d’anni fa avevano attratto l’attenzione degli enti competenti, tanto che alcuni comuni, tra i quali anche quello di Casola, avevano iniziato a raccogliere dati e a elaborare ipotesi di intervento nel rilancio del settore agricolo. Ora la nuova legge ed il regolamento di attuazione dell’art. 5 riaccendono l’interesse e l’attenzione per l’utilizzazione dei terreni abbandonati o incolti.

Vengono definiti tali: “quei terreni agricoli che non siano stati destinati a uso produttivo da almeno 3 anni; al fine di garantire una corretta e uniforme applicazione sul territorio regionale delle disposizioni concernenti l’utilizzazione dei terreni abbandonati o incolti, è necessario dettare norme tecniche per la definizione del concetto di uso produttivo”. Vengono poi indicati i comuni come competenti per le attività di censimento, supportati da Artea . Ai comuni spetta poi una prima ricognizione dei terreni e gli stessi hanno la competenza di coinvolgere i proprietari dei terreni e le organizzazioni agricole e cooperative

Maggiormente rappresentative, al fine di rimettere a cultura detti terreni ed il ripristino produttivo, coerenti con la sostenibilità ambientale ed economica degli interventi. Per uso produttivo si intende la coltivazione agraria e il pascolamento zootecnico. Questo intervento vede protagonisti in primo luogo i comuni con i loro uffici, ma non è chiaro il finanziamento ai comuni virtuosi e le penalità per i comuni che non ottempereranno alle indicazioni della Regione.

Potrebbe essere l’occasione per rivalutare i comuni, favorendone l’unione, ma conservando l’autonomia politica e gestionale del territorio. Vanno contestualmente attivati i procedimenti per reperire gli operatori, cioè i contadini-agricoltori con le competenze teoriche e pratiche adeguate, per rilanciare l’agricoltura e l’allevamento di animali ad essa integrati.

E’ prioritario, a tale scopo, il rilancio dell’Istituto Agrario di Soliera  Fivizzano , che, ora a rischio di chiusura totale, potrebbe essere invece il punto di riferimento per le nuove iniziative agricole e la sede per la preparazione degli operatori agricoli sul territorio. E’ necessario prevedere anche il sostegno e la promozione di centri produttivi associati per avere cantine sociali per la raccolta e la produzione di vini anche da produttori amatoriali e parimenti oleifici consorziati per la conservazione e la promozione dei prodotti del territorio.

C’è d’augurarsi che l’intervento della Regione non sia solo un allargamento della burocrazia, ma una premessa chiara e solida per il rilancio e la promozione del territorio in modo produttivo, sperando che non entri in contrasto con lobby ambientaliste e dei cacciatori. (C.L.)